Hotel Milano Scala, difficile immaginarlo di un hotel nel cuore della city, è il primo albergo a immissioni zero di Milano. Per dirla facile e dirla in inglese, è un albergo “green”: tutto, ma proprio tutto, è studiato perché non ci siano sprechi e dispersioni di acqua, di energia e di consumi, sia nelle camere che nelle aree comuni. E il ristorante non è da meno. Non solo perché in cucina le piastre a induzione riducono i tempi di cottura e la dispersione termica, ma anche e soprattutto perché i prodotti vengono scelti anche per la loro provenienza. Quelli preferiti dal Ristorante La Traviata sono quelli che hanno percorso il minor numero di chilometri possibile per arrivare in via dell’Orso. Quelli del Parco del Ticino, ad esempio.
Ero stata all’Hotel Milano Scala qualche tempo fa per un piccolo evento privato e mi ero innamorata della lounge con le grandi “palle luminose” (termine tecnicissimo ed invero anche chic) e della bellissima libreria (di quelle che le guardi e dici “la voglio anche io a casa”, ma poi ricordi che casa tua è grande proprio come quella libreria). Ma ecco, mai e poi mai mi sarei immaginata che si trattasse di un albergo con un’etica verde così seria e organizzata, né tantomeno che sul tetto panoramico ci potesse essere un orto. Proprio così, un vero e proprio orto biologico che fornisce erbe aromatiche e ortaggi “a passo zero”, sufficienti per un primo approvvigionamento interno. E io trovo irresistibilmente bello tutto quello che assomiglia all’impossibile e che invece scorpi possa essere realtà!
La cucina de La Traviata, dunque, non può che seguire questo filone, e dal 21 ottobre e per i prossimi mesi propone elaborazioni di prodotti legati al territorio, affiancando allo chef di casa Fabio Castiglioni, altre eccellenze dei fornelli provenienti dal Nord Italia. Vi capiterà quindi di provare piatti cucinati con le eccellenze del Lago di Garda e i formaggi della Fromagerie Haut Val d’Ayas in Val d’Aosta, ma io ho realizzato il mio sogno “Willy Wonka” e ho provato un menù con cioccolato dall’antipasto al dessert messo a punto dallo chef di casa insieme a Massimo Mentasti, chef del Ristorante Gallina del Resort Ostelliere di Gavi, da dove peraltro arrivavano anche i vini di Villa Sparina.
Il mio rapporto con il cioccolato travalica l’amore, direi che potrebbe trattarsi di qualcosa di “ancestrale”, se non fosse che sicuramente sto usando un termine improprio. Tra i miei preferiti l’antipasto a base di ricotta e barbabietola con fogliette di cioccolato amaro alla menta. Sarà che il bianco, nei piatti, mi piace proprio tanto, e la freschezza della ricotta trovo si sposi benissimo con l’amaro del cioccolato. Meno bello ma non meno buono il piccione con boero, cui hanno fatto seguito altri abbinamenti stuzzicanti tra cibi e cioccolato in versione salata.
Ma il dolce, ecco il dolce, era quello che sogno nei momenti di sconforto, quello che compare nel fumetto del pensiero goloso: cioccolato in crosta di mandorle con cuore di caffè e lamponi. Questi sono i momenti in cui non rimpiango le mie debolezze nei confronti della dieta.
A fine cena e fine dolce mi sono scontrata con una selezione di praline e gianduiotti che neanche Hansel e Gretel. Ho cercato di mantenere un (minimo) contegno assaggiando solo “qualcosina”, ma ero così rapita e ubriaca di cacao da non rendermi conto che i miei compagni di cena se ne stavano andando. Le cose importanti, però, le ricordo bene. Il cioccolato in questione (lo stesso utilizzato per tutto il menù) arriva dalla provincia di Alessandria e si chiama Bodrato. Sul sito hanno anche l’e-shop. Così, per dire.
(Il menù cioccolato è disponibile fino al 25 ottobre. Il ristorante La Traviata apre per cena anche agli ospiti esterni dell’hotel tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 19.30 alle 22.30. )
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