Pisacco, vi racconto la mia prima volta
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Pisacco – Ho scoperto Pisacco in una serata particolare. Appena ho messo piede nel locale di via Solferino, mi è stato messo un bicchiere in mano. Vi viene in mente un modo migliore per fare amicizia?
Pisacco, dicevamo, che il nome incuriosisce e ingolosisce, e poi scopri che non ha un significato. Ma ha un bel suono, funziona. Siamo a Milano, non c’è dubbio. C’è qualcosa di modaiolo nell’atmosfera di Pisacco, ma con simpatia, quasi a dire “ehi ragazzi, state tranquilli, potete sedervi senza la messa in piega”. Meno male, che l’ultima l’ho fatta nell’89.

Pisacco, gli interni del ristorante
Pisacco e gli appuntamenti The Gentel-Makers Club
La serata alla quale ho partecipato fa parte di una serie di appuntamenti dal nome The Gentel-Makers Club. L’idea è quella di mettere insieme i produttori e far parlare prima gli ingredienti, poi il cibo. Vedo distese di pane, grissini e formaggi, ma soprattutto scopro l’esistenza del grano arso, in particolare c’è una distesa di chips che creano immediata dipendenza. Meravigliose forme di pane e formaggi, ma io non riesco a smettere di cibarmi di grissini e chips, con qualche incursione sulla stracciatella a granella di cucunci.
Alla fine, dopo un’incetta di carboidrati e latticini, tu pensi “ok ora arrivano le brande”, e invece ci si siede e arrivano i pizzoccheri di grano corvino, seguito da un risotto mantecato con polvere di cappero, olio al cacao e lime.
Pensi che mai nella vita potrai anche mangiare il dolce, ma poi scopri che il dolce è il gelato al latte di capra, e vorresti che ci fosse davanti a te una vasca, ma non una vasca del gelato, una vasca da bagno piena di gelato al latte di capra.
L’eccezionalità dei piatti comuni
Insomma, a me questo Pisacco ha fatto proprio simpatia, pare che gli appuntamenti del The Gentle Makers Club si ripeteranno, che mi sembra cosa buona e giusta, ma io mi riprometto di tornarci per un pranzo o una cena con alla mano il menù normale, se possiamo chiamare normale un menù che ha la sovrintendenza dello chef Andrea Berton. In cucina una squadra di fidatissimi guidata dallo chef Fabio Gambirasi.
Mi piace l’idea che un piatto comune possa essere eccezionale, perché l’appetito, quello vero, che fa dire “ho fame” chiama proprio i piatti normali. E io sono proprio curiosa di assaggiare gli spaghetti al pomodoro e basilico con crema di mozzarella di bufala, e ancora di più il risotto alla milanese. Perché se devo salire sull’arca con un solo piatto, io ve lo dico, mi porto il risotto. Devo proprio provarlo, quello di Pisacco.
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