Una delle cose che ricordo con più nostalgia (ma la nostalgia quella bella, che ti riempie il cuore) è quando da bambina andavo al mercato con la nonna. Mia nonna abitava in una zona periferica di Milano, una via dove si susseguivano solo case popolari, e quello del giovedì era un appuntamento imperdibile anche per me, che seguivo la nonna con il carrello.
Credo che sia nata proprio lì la mia passione per i mercati, che ancora oggi mi porta a cercare bancarelle ovunque io vada! Le mie preferite sono quelle della frutta, della verdura e degli alimentari in generale. In quelle ceste, su quei bancali, scorre un sacco di vita vera, quella che nessuna guida ti potrà raccontare ma che puoi solo sentire nel chiacchiericcio del mercato, nei profumi di formaggi, di pesce fresco e di pollo arrosto. A dirla tutta, all’epoca ero anche un po’ intimorita dalla vita del mercato, soprattutto dalle urla che provenivano da alcuni banchi, di norma quelli di frutta-verdura e delle olive. Ah, quanto erano belli i banchi delle olive, con quei grandi secchi pieni pieni che ci sarei andata dentro con le mani. Le mie preferite sono sempre state quelle verdi grosse, le pugliesi. Potrei mangiarne fino a stare male!! 🙂
Ohibò, come mai sono finita a parlare di questo?! Ma certo, dicevamo: i mercati. Insomma il mercato è un posto magico, nulla rende la spesa buona come farla al mercato e nulla mi racconta di un luogo meglio del mercato… Dall’altra parte dei sogni c’è lo shopping on line, le app e i carrelli virtuali, con tanto di corriere che mediamente suona il citofono mentre tu sei in doccia 🙂 Nessuna poesia ma quanta, quanta comodità?! Io on line compro tutto quello per cui non ho bisogno di un contatto o di una prova, che so: accessori di elettronica (dal cavo per ricaricare il telefono alle schedine per la macchina fotografica), libri di cui già conosco il titolo (per cui non ho bisogno di ispirazione in libreria insomma), prodotti che ho già testato e che non mi serve vedere / provare prima di acquistarli.
Volete ridere? Mi è capitato di farlo più volte col tonno in scatola. Sì sì avete letto bene, il tonno in scatola. Questa è scema, direte, ma non puoi andare al supermercato?! No, perché al supermercato il tonno non è tonno, è un’altra roba che non voglio sapere cosa sia! E se ti capita, come è capitato alla sottoscritta, di andare a Lampedusa e di tornare a casa con il tonno quello vero… poi dopo te lo fai spedire a casa e quello del supermercato non vuoi più vederlo neanche per sbaglio!
E io mica ero stupida da bambina che mi incantavo davanti al grande secchio delle olive pugliesi: da grande ho imparato che, per il mio personalissimo gusto, l’olio pugliese è in assoluto il più buono. Deciso, con carattere, così forte che non puoi più considerarlo un “condimento”, è un ingrediente a tutti gli effetti e per quel motivo deve essere “veramente” buono! Credo per questo di non aver mai comprato un olio al supermercato, facendo però subito una precisazione: io uso pochissimo olio, non nel senso che al posto dell’olio uso il burro o lo strutto, ma nel senso che uso pochi “condimenti” per cucinare, mentre su insalate e verdure vige l’adagio del “poco ma buono!”.
Pujje, l’olio pugliese extra vergine di oliva
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Ecco perché quando sono stata invitata a scoprire un olio pugliese, Pujje, ho detto di sì senza neanche esitare. Un olio buono, di quelli che anche se non sai come si fa l’olio – e io non lo so! – quando lo assaggi lo senti che lì dentro c’è tutto.
Ci sono le olive, certo che ci sono le olive, e lo capisci che sono buonissime, sono quelle che probabilmente vedevo nei grandi secchi al mercato, che profumavano di cose buone e nelle quali io avrei voluto mettere le mani.
C’è dentro una terra, una terra bellissima che io ahimè conosco molto poco, una terra di ulivi e di mare, di cieli e di tramonti, di bellezza ma anche di fatica.
C’è dentro la storia, quella di un Paese incredibilmente ricco di bellezza che ha incrociato storie altrettanto incredibili come quelle della Magna Grecia.
C’è dentro il lavoro, che è sempre lo stesso da millenni per chi fa l’olio, certo magari un po’ più “alleggerito” grazie ai macchinari, ma che sempre parte dalla terra e torna nella terra, dalla quale non si può prescindere. Ma in quel lavoro oggi c’è qualcosa in più, c’è anche il futuro dell’olio extra vergine di oliva italiano, oltre al passato. C’è la ricerca di un prodotto che vuole essere di nicchia, come lo sono tutte le cose preziose, e come tutte le cose preziose è racchiuso in una bella confezione. Anzi, due. Una bianca e una nera, come lui e lei, come il giorno e la notte, come i toni decisi di “Rea” e quelli delicati di “Anfitrite”, due blend multivarietà nati dall’incontro dei sapori e dei saperi di una terra con la visione futuristica di una startup che ha subito deciso di approdare sul web.
Pujje olio pugliese e Mò, la Puglia a Milano
Dove ho scoperto Pujje? Ebbene sì, a Milano! Anche se ammetto sarebbe stato decisamente meglio scoprirlo in Puglia, ma chi si accontenta gode, e devo dire che per essermi accontentata non mi è andata per nulla male! Avevo già scritto di Mò Puglia Bistrot su Milano Platinum, un posticino davvero molto molto carino, quello che molto facilmente possiamo chiamare “un angolo di sud a Milano”. La buona cucina pugliese nel cuore di Brera, e Pujje non poteva proprio mancare.
In un caldissimo pomeriggio d’estate, sono entrata nella cucina di Mò e insieme ad altre tre blogger (Francesca Guatteri di Vivere per Raccontarla, Giovanna Hoang di La Petit Xuyen e Valentina Tozza di La Cucina che Vale, ho farcito calamari, ho steso la pasta per i panzerotti, ho disquisito su quale fosse il segreto per avere un polipo morbido (il vostro qual è?! 🙂 ) e naturalmente ho poi mangiato tutto! Ma soprattutto ho per la prima volta nella mia vita degustato l’olio in purezza, proprio come si fa con il vino! Con un’unica differenza: il colore non conta nulla, quindi cercare di “leggere” qualcosa dall’intensità del giallo o del verde non serve a nulla. Con l’olio è tutta e solo una questione di sapore. Proprio come un vero ingrediente… e non un condimento!
Comprare Pujje olio pugliese on line
Eh no, questo non si trova al mercato, ma ho fatto pace con questa mancanza e proprio come il tonno, i libri, i cavi e molte altre cose… internet è un grande grande mercato, senza nonna e senza carrello, ma che può dare grandi soddisfazioni proprio come le olive buone buone.
Chi mi segue sa che i miei souvenir sono sempre enogastronomici: no oggettini che si impolverano, no improbabile finto artigianato locale, ma solo prodotti tipici che trovo solo in loco – vedi il tonno di Lampedusa che mi faccio spedire a casa!
Se volete assaggiare, o perché no regalare dato che il packaging è molto bello, l’olio Pujje, potete farlo andare direttamente sul sito Pujje.
Se poi volete siete curiosi di scoprire anche le ricette che ho preparato e gustato da Mò Puglia Bistrot… continuate a seguirmi, oppure scrivetemi via mail.




