Ristorante Asola Milano, cucina sartoriale con vista – Il pranzo, per me, ha un non so che di speciale che la cena non ha. Certo, non mi riferisco al pranzo di tutti i giorni, ma a quello che di tanto in tanto ci si concede, regalandosi un’ora in più e un menù diverso dall’insalata-toast-panino-piattofreddo. Se ripenso al mio pranzo al Ristorante Asola a Milano, un paio di settimane fa, mi sembra proprio di toccare questa sensazione quasi sospesa e in qualche modo un po’ “retrò”.
Il primo pranzo che nei miei ricordi galleggia in questa sensazione un po’ nostalgica risale a un trilione di anni fa. Non voglio dire trenta perché mi fa una certa impressione, ma temo che il numero non si discosti di molto. Ero, per l’appunto, una bambina, e mia madre mi portò al ristorante, non lontano da casa. Probabilmente un sabato o una domenica, e chissà per quale motivo questo rimane uno dei ricordi più dolci di cui spesso ho parlato anche con mia madre.
Quel giorno ricordo che mi insegnò la filastrocca dei mesi e, una volta a casa, in un album da disegno tutto nuovo io dedicai a ciascun mese un disegno a tutta pagina. Succede che tanti anni dopo, seduta al nono piano del Brian & Berry Building, quel pranzo mi sia per qualche motivo tornato alla mente. Si tratta comunque di un pranzo di lavoro, ma ben più rilassato e chiacchiereccio di un pranzo di lavoro normale.
La mia amica e collega mi invita a scoprire il Ristorante Asola a Milano, proprio in centro città, di cui avevo sentito più volte parlare ma che per una ragione o per un’altra non avevo mai provato. Diciamo la verità: il nono piano, così di default, dà già un bel punteggio al Ristorante Asola. I tavoli sono dislocati tutti lungo il perimetro dello spazio, in questo modo tutti affacciano sulla città.
Siamo a due passi dal Duomo, e la vista non è niente male. In questo giovedì di inizio febbraio, poi, a Milano nevica, il che cala tutto in un’atmosfera ovattata e rallentata davvero piacevole (almeno per chi come me si trova a Milano con la neve senza macchina). Al centro della stanza c’è la cucina a vista, e chi si vuole godere lo spettacolo può scegliere di sedersi al bancone. Mi piace moltissimo questa idea di “cucina sartoriale”, la possibilità di avere una cucina pensata con attenzione, confezionata con gusto. Io che (ahimè e per fortuna) sono onnivora, mi metto nelle mani dello chef Matteo Torretta, mentre la mia amica fa richieste più specifiche perché sta seguendo una particolare alimentazione. In entrambi i casi, i piatti sono innanzitutto molto belli, e quando una pietanza si inizia a gustare con gli occhi, si è sulla buona strada. Sgranocchio le “chips” tricolore a base di zafferano, nero di seppia e barbabietole in attesa delle sorprese dello chef. L’antipasto è un piatto a base di capesante con funghetti, seguito da un piatto di spaghettoni perfetti nella loro (apparente) semplicità.
Il colore fa pensare a un aglio e olio rivisitato (insomma, dubito che aglio e olio si sposerebbero con quel bellissimo gambero adagiato in cima ai miei spaghettoni) ma in realtà il condimento è a base di pomodoro bianco. Ed è perfetto.
E chi l’ha detto che a pesce si abbina pesce? Il secondo è un buonissimo piatto d’anatra. Sarei anche più che full se non fosse che ai dolci non si dice mai di no… Al plurale, perché prima del dolce c’è il pre-dolce, una deliziosa crema al cucchiaio che fa da apripista a quella che per me è una reinterpretazione di una fondale marino.
È tutto a base di agrumi ed è la splendida conclusione di un pranzo perfetto.
È difficile spiegare perché un’atmosfera “funzioni” o perché no… ma al Ristorante Asola, funziona. C’è movimento, la maggior parte delle persone intorno a noi sembra essere in pausa pranzo dal lavoro, ma il clima non è quello del posto di passaggio.
Appena arrivata lo sguardo mi scappa sul tavolo di fianco. Due colleghe, forse due amiche, hanno un piatto che è una composizione di assaggi. Un piccolo risotto, un piccolo secondo… Scopro dopo che si tratta di una delle possibili scelte del Ristorante Asola: le mezze porzioni. Che vale a dire: perché devi rinunciare a mangiare bene? Puoi farlo senza addormentarti dopo pranzo sulla scrivania. È vero, io ho mangiato le porzioni intere e non mi sono comunque addormentata, ma questa è un’altra storia. Ecco, forse quello che davvero mi è piaciuto del Ristorante Asola è la bellissima sensazione di essere viaggiatori a Milano. Sarà stato il nono piano? La prossima volta passerò di domenica, per il brunch. Pare sia un vero e proprio viaggio nelle cucine di tutto il mondo.
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