Ho sempre spiato il Trussardi alla Scala dal sotto all’insù; passando per l’omonima piazza, nelle belle sere d’estate quando Milano è limpida e brulicante. Sbirciando dalle vetrate, si intuiscono le luci soffuse dello stellato del levriero.
Ma una bella sera di qualche settimana fa ho invertito la vista e ho guardato la piazza proprio da quelle finestre. A tavola, il menù dello chef Roberto Conti è un menù speciale, un incontro intrigante tra la cucina italiana e quella giapponese. Non (solo) un menù studiato, ma il frutto di un viaggio nel Sol Levante alla scoperta del sake. Sì, proprio quello che tutti noi abbiamo bevuto caldo e orribile nei ristoranti cinesi di bassa categoria, pensando dunque che si trattasse di una bevanda a base di solo alcol con spiccate capacità di perforare lo stomaco. E la sapete la novità? Il sake non è quelle specie di sturalavandini che abbiamo bevuto tutti.
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Il sake, quello vero, quello buono, è tutt’altra cosa. È una bevanda che può accompagnare un intero menù senza far sentire la mancanza del vino. Detto fatto, il Ristorante Trussardi alla Scala ha nella sua carta dei vini 9 sake eccellenti, tutti scelti dallo chef insieme al Food & Beverage Manager Luca Cinacchi. Insieme sono stati in Giappone e hanno scelto il meglio per il loro ristorante, che ha l’onore di essere stato selezionato come unica vetrina di presentazione delle etichette prodotte da 5 aziende giapponesi già titolate su scala internazionale (Dewazakura, Kinmon Akita, Gassan, Saura e Yamatogawa) e partner del Japan Rice and Rice Industry Export Promotion Association, associazione che riunisce 69 realtà imprenditoriali legate al mondo del riso.
SI comincia con “Non solo Maki”, forse tra tutti il piatto che rimane più giapponese, ma con una variante interessantissima, quella della salsa verde! In abbinamento SHUAWA Junmai Daiginjo. Il riso per produrlo, mi spiegano, è coltivato direttakmente in fattoria e il metodo utilizzato per la produzione della bevanda è quello della seconda rifermentazione in bottiglia. Un lungo processo che nulla ha a che vedere con il liquido super alcolico e buca stomaco di cui sopra J Maggiori informazioni su questo sake qui > www.yauemon.co.jp
Io odio scegliere, soprattutto tra le cose che mi piacciono, ma forse il piatto “Come un asparago alla Bismark” è stato il mio preferito: bamboo, arrostito al burro nocciola, mimosa d’uovo, guanciale affumicato e parmigiano. Lo guardi ed è davvero un asparago, lo mangi ed è un’esplosione amara inspiegabilmente gradevole! Il piatto è abbinato al sake Junmai Ginjo Urakasumi Zen, con quel pizzico di melone che è il suo tratto distintivo. J Maggiori informazioni su questo sake qui > www.urakasumi.com
Il ramen al Trussardi alla Scala menu è “Il mio Ramen”: lo spaghetto è il “nostro” di Gragnano tiepido in un consommé chiarificato di gallina, uovo di quaglia pochet, daikon e katzuobuschi, abbinato a GinreiGassan Daiginjo Shizuku-Zake ( si sale di gradazione, siamo oltre i 16 gradi). Maggiori informazioni su questo sake qui > www.gassan-sake.co.jp
Il merluzzo nero lo porterei certamente con me sull’arca, qualora dovessi scegliere da quali animali farmi accompagnare nel caso di una copiosa alluvione. Lo chef Roberto Conti lo propone glassato al teryaki la sua pelle soffiata okra e purea di patate al miso, e lo chiama “Only Teriyaki”, abbinato a KINMON X3, particolarmente adatto a portate di pesce.
Si chiama Freschissimo” Yuzu a Milano il pre dessert, ma io lo avrei battezzato in modo che si capisse che si stava per addentare qualcosa di paradisiaco. Paradisissimo? Ad ogni modo, una granita di yuzu e pasticcera allo zafferano che difficilmente dimenticherò.
Dopo, poi, il dolce vero e proprio, il piatto per me più controverso, il “Tokyo Tiramisud”: tiramisù classico all’italiana, Edamame, capperi origano e mandorla. Ma io faccio subito outing: ho un problema con i capperi, sempre e in qualsiasi piatto. Concedetemi di averne anche se vengono abbinati al tiramisù.
Tutte le foto di questo post sono state fornite dall’Ufficio Stampa del ristorante.
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