Cosa vedere a Mantova e dintorni in due o più giorni – Visitare Mantova è un po’ come prendere la macchina del tempo e decidere di non guardare più l’orologio e farsi trasportare nel tempo. Difficile riassumere cosa vedere a Mantova, perché la città dei Gonzaga, seppur piccola, è davvero una concentrazione di bellezza.
E di magia. La magia di essere stata un’isola, forse. Ammetto di averlo scoperto solo quando l’ho visitata. Era il XII secolo quando si decise di dotare la città di un sistema di difesa deviando il fiume Mincio. Il centro abitato era così circondato da quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo. A tutti gli effetti la città era una seconda Venezia!
Arte, storia, eventi, gastronomia (mangiare a Mantova è una vera e propria esperienza sensoriale!), natura… Mantova e i dintorni offrono davvero tanto per tutti.
Visitare Mantova in uno o più giorni
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Quando mi chiedono quanto tempo serva per visitare una città sono sempre in imbarazzo. La risposta è sempre “dipende”. Dipende dal vostro modo di viaggiare e dai vostri interessi, ma ovviamente anche da quanto tempo avete a disposizione.
Dedicare un solo giorno a Mantova è davvero un grande peccato, risulterebbe una visita davvero molto superficiale. Se avete poco tempo il mio consiglio è quello di fermarvi almeno una notte, di modo di sfruttare l’intera giornata al completo. Le cose da vedere a Mantova sono davvero tantissime. E se di tempo ne avete di più ben venga! Potrete dedicarvi alle tante bellezze e attività che la città propone.
Ma oltre ai monumenti e ai musei dovete assolutamente dedicare del tempo a passeggiare per il centro senza meta. Entrare nei vicoli, scoprire le botteghe con le specialità, fare le foto sotto ai portici. Ma anche lasciarvi condurre dal profumo di burro! Burro? Proprio così! È quello della sbrisolona, il dolce tipico della città che troverete in tutte le botteghe alimentari.
Tappa fissa per scoprire i prodotti tipici (tra cui l’inimitabile mostarda) è la Salumeria di Giovanni Bacchi in via Orefici. Lui sarà felice di raccontarvi la nascita e l’evoluzione di quello che è diventato il prodotto simbolo della città.
Se dovete visitare Mantova in un giorno, ecco si seguito i principali luoghi di interesse. Potete fare tappa in tutti un po’ velocemente, oppure sceglierne alcuni e lasciare qualche tappa per una visita successiva. Con il tempo ho imparato che vedere tutto è impossibile, quindi è meglio dedicare più tempo ad alcune cose per goderle appieno.
Piazza delle Erbe
Da non perdere tra le cose da vedere a Mantova, Piazza delle Erbe conserva un’atmosfera davvero speciale. Qui a partire dall’età comunale di concentrava la vita amministrativa della città. Il volto che oggi la caratterizza è quello rinascimentale, con i portici e la Torre dell’Orologio.
Palazzo Te
Si può venire a Mantova anche solo per visitare Palazzo Te. Posso dire con serenità che si tratti di uno dei luoghi più belli mai visti nella mia vita.
Ci sono diverse ipotesi che spiegano il nome così singolare, che nulla ha a che fare con la bevanda. Quella che a me piace di più (anche se forse è la meno probabile) è quella secondo cui Francesco II Gonzaga fece costruire il palazzo dedicandolo alla sua amante e lo chiamò “te” per dedicarlo a lei, senza nominarla.
Più probabilmente il nome è l’abbreviazione dell’isola sulla quale sorgeva il palazzo, isola Teieto. A sua volta teieto potrebbe derivare da “tiglio” oppure da tegia, ovvero capanna.
L’isola nel Quattrocento era una piccola oasi verde, frequentata dai Gonzaga che qui venivano a svagarsi. È nel 500 che Francesco II Gonzaga vi fece costruire stalle per i suoi amati cavalli di razza e una casa padronale.
Il palazzo come lo vediamo oggi è il frutto del genio di Giulio Romano. L’artista, allievo prediletto di Raffaello, arriva a Mantova nel 1524 chiamato dai Gonzaga e lascerà un’impronta indelebile in città. A cominciare proprio da Palazzo Te. Lì dove c’erano solo stalle, Giulio Romano su richiesta del Gonzaga progettò un palazzo per il tempo libero, per lo svago e per accogliere gli ospiti illustri (tra cui Carlo V ed Enrico III re di Francia).
L’esterno ricorda l’impostazione della villa rustica, ma a differenza dei palazzi urbani a Palazzo Te le sale nobili sono a piano terra e le sale di servizio al primo piano.
Ma quello che vi lascerà davvero senza fiato sono gli interni, affrescati su disegni di Giulio Romano.
Attraversando le sale verrete completamente avvolti e stravolti dalla bellezza e dall’imponenza del ciclo pittorico interamente firmato dall’artista a servizio dei Gonzaga.
Camera del Sole e della Luna
A partire dalla Camera del Sole e della Luna, una sorta di stanza di passaggio per poi introdurre gli ospiti nelle sale successive. A occuparsi dell’affresco sembra essere stato il Primaticcio, il miglior allievo di Giulio Romano. Apollo sul carro del Sole, con la luna in lontananza, rappresenta il trascorrere incessante del tempo. La prospettiva dal sotto in su, con scorcio molto ardito, ebbe poi grande fortuna nel 500.
Sala dei Cavalli
Qui venivano accolti gli ospiti di maggiore fama e avevano sede le cerimonie più importanti. I cavalli, grande passione di Federico, vennero dipinti a grandezza naturale. In alcuni è ancora visibile il nome: Morel Favorito, il cavallo grigio della parete sud; Dario, il destriero più chiaro della parete nord.
Camera di Amore e Psiche
È una delle sale più incredibili di Palazzo Te, certamente la più sontuosa, anche per la ricchezza e il pregio delle decorazioni. Il nome deriva dall’omonima favola di Apileio, scelta per decorare la stanza nella quale venivano accolti gli ospiti di maggiore prestigio.
Sala dei Giganti
Preparatevi a fare raccolta di grandi emozioni. Quelle che solo la grande arte sa regalare (e per me, in particolare, la Pittura). Si spengono le luci e dal buio via via appaiono lentamente le immagini della Caduta dei Giganti, narrata da Ovidio nelle sue Metamorfosi e spesso utilizzata nella grande Storia dell’Arte. Qui la Pittura compie il grande miracolo dello sfondamento architettonico, il genio di Giulio Romano rompe le superfici e trasforma l’illusione in una realtà pittorica completamente coerente e in sintonia con l’architettura. Anzi, Giulio Romano fa di più. Smussa gli angoli tra le pareti e la volta e realizza un pavimento (oggi perduto) di ciottoli di fiume che proseguivano dipinti sulle pareti. La scena è fissata al momento in cui i Giganti tentano l’ascesa all’Olimpo. Giove scende dal suo trono e con l’aiuto degli Immortali e di Giunone scaraventa i Giganti giù dalla montagna, che cadono rovinosamente insieme alla loro superbia. La scena era resa ancora più coinvolgente dalle fiamme di un camino che era collocato dalle finestre.
Oggi quel coinvolgimento è stato riprodotto dai giochi di luce e dal suono dei tuoni, per un’esperienza davvero immersiva.
Biglietti e orari Palazzo Te
I biglietti per Palazzo te a prezzo intero costano 12€; 9€ e 5€ le riduzioni; tariffe speciali per famiglie.
Aperture periodo ora solare: lun 13 – 18.30; mar- dom 09-18.30
Chiuso il 25 dicembre
Aperture periodo ora legale: lun 13-19.30; mar-dom 9-19:30
La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura dei musei
Palazzo Ducale
Servirebbe mezza giornata solo per visitare (superficialmente) Palazzo Ducale! 1046 stanze, la stessa estensione del Vaticano: palazzo Ducale è una città nella città! Al suo interno ha sede anche il Museo Archeologico nel quale sono custoditi anche i due amanti, due scheletri del Neolitico ritrovati a Valdaro in prossimità di Mantova nel 2007.
La Camera Picta o Camera degli Sposi del Mantegna
Un ciclo pittorico che investe un’intera stanza a opera di Andrea Mantegna. Si tratta senza dubbio di uno dei cicli di affreschi più importanti della pittura rinascimentale. Qui il Mantegna lavorò tra il 1465 e il 1474 chiamato da Ludovico Gonzaga per occuparsi della decorazione di una sala molto importante, nella quale venivano accolti gli ospiti e dove i Gonzaga mostravano tutta la loro potenza. Ben chiara la presenza di Francesco Gonzaga eletto cardinale e di tutti i figli, segno di possibili matrimoni da combinare e alleanze politiche da creare.
In una stanza piuttosto buia il Mantegna si inventò il cielo dipingendolo. E consegnando a noi una lezione straordinaria di Pittura. La celebrazione dell’intera famiglia di Ludovico Gonzaga, con l’occasione dell’elezione a cardinale di Francesco Gonzaga.
Biglietti e orari Palazzo Ducale
Biglietti con tariffe varie.
Museo di Palazzo Ducale visitabile gratuitamente la prima domenica di ogni mese da ottobre a marzo.
Corte Vecchia, Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi e la Corte Nuova: tutti i giorni 8.15-19.15
Museo Archeologico Nazionale: mar-sab 8.15-19.15; domenica 8.15-13.15
Prima domenica del mese 8.15 – 19.15
Basilica di Sant’Andrea
La Basilica di Sant’Andrea fu commissionata all’archistar dell’epoca, Leon Battista Alberti. L’inizio della costruzione avviene però quando l’architetto è già morto, nel 1472. Trent’anni dopo la basilica veniva già utilizzata, ma fu ultimata solo nel Settecento. Per lungo tempo la basilica fu la settima in Europa per grandezza. Mantova concorreva così tra le più importanti città in Europa, corte di cultura e di elevato potere politico.
Al suo interno è conservata un’importantissima reliquia. Si tratta di frammenti di terra imbevuti del sangue di Cristo. A portarli a Mantova fu Longino, centurione romano che colpì Cristo nel costato e che poi si pentì, cominciando un lungo pellegrinaggio che lo portò fino a Mantova. Le reliquie furono poi ritrovate nell’XI secolo. Rimase intatta la volontà di Leon Battista Alberti di completare il soffitto con la sua tipica decorazione a cassettoni. La cupola è del 1774: venne commissionata da Maria Teresa d’Austria allo Juvarra, uno dei maggiori esponenti dell’architettura barocca e per lungo tempo al servizio di casa Savoia.
Cappella di San Giovanni o del Mantegna
Fu costruita per ospitare la tomba di Andrea Mantegna, che si occupò personalmente dei disegni utilizzati poi dal Correggio per la decorazione pittorica. Rimangono del Maestro il Battesimo di Cristo sulla parete destra e la Sacra Famiglia e famiglia del Battista sull’altare.
Cripta
Il progetto iniziale a opera del Cremonese Anton Maria Viani prevedeva uno spazio ancora più grandioso e fastoso di quello che vediamo oggi.
La reliquia qui custodita è visibile ai fedeli solo una volta all’anno, il Venerdì Santo. Il forziere che la contiene viene aperto con 12 chiavi che sono in possesso di 4 persone diverse: il sindaco, il parroco, il Vescovo e il capito della cattedrale.
Teatro Scientifico Bibiena
Non perdete l’occasioni di visitare questa chicca perché è davvero di quelle che vi lasceranno a bocca aperta. Si chiama “teatro” ma osservandolo vi renderete conto che del teatro mancano molto componenti. E in effetti la sua destinazione era quella di ospitare per lo più adunanze scientifiche. Fu costruito tra il 1767 e il 1769 e si adattò sin da subito a ospitare concerti. Qui nel 1770 si esibì un quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, alla sua prima turnèe italiana.
Biglietti e orari Teatro Scientifico Bibiena
Biglietto intero 3€, ridotto 1,50€
Mar-ven: 10-13 e 15-18
Sabato, domenica e festivi: 10-18
Giorni di chiusura: tutti i lunedì (salvo festivi), 25 dicembre, 1 gennaio
Chiuso al pubblico in caso di concerti e convegni.
Museo di Palazzo D’Arco
Il nome deriva dalla casata trentina dei Conti d’Arco. Nel 1740 un ramo della famiglia si stabilì definitivamente a Mantova, dopo aver ereditato la dimora dei conti Chieppio, che si trovava nello stesso luogo in cui ora si erge la parte anteriore del Palazzo d’Arco.
Dipinti, mobili e arredi che sono oggi visibili sono quelli che lasciò la marchesa Giovanna D’Arco.
Biglietti e orari del Museo di Palazzo D’Arco
Biglietto intero 8€, ridotto 2
Lunedì 9.30-13; martedì 14.30-18; mer-dom 9.30-13 e 14.30-18
La visita è solo guidata o accompagnata.
Cosa vedere nei dintorni di Mantova
Se avete tempo a disposizione sono davvero molto le cose da vedere e da fare nei dintorni di Mantova. È un territorio che più di altri si presta alla perfezione per percorsi in bicicletta e a piedi, è una zona che invita a rallentare e a godere dei luoghi gustandoli intensamente.
Visitare Sabbioneta
Insieme a Mantova è patrimonio UNESCO dal 2008. Due città così diverse, eppure unite sotto il segno dei Gonzaga. E Sabbioneta è uno dei meglio conservati esempi di città ideale in Europa, quella che sognò e fece costruire Vespasiano. Da qualche anno insignita della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano.
Dai precetti vitruviani e quelli dell’architettura militare, Sabbioneta nacque per essere perfetta espressione del suo principe, anche se a Sabbioneta passò pochissimo tempo. Dentro alle sue mura a stella (una stella non perfetta, ma perfettamente inscrivibile in un quadrato) rimase intatta e mai attaccata. Le mura, alte e lisce per essere inattaccabili, rimasero intatte sino agli anni del Fascismo, quando furono aperte. E ancora oggi in qualche modo sembra di poter respirare quel tempo che è rimasto sospeso.
Palazzo Ducale
Costruito tra il 1568 e il 1577, il Palazzo Ducale fungeva sia come luogo di rappresentanza che come luogo di vita privata.
Teatro Stabile
Fu il primo in Italia ad essere concepito come architettura autonoma, capolavoro architettonico di Vincenzo Scamozzi (allievo di Palladio), che ne seguì progetto e realizzazione dal 1588 al 1590.
Palazzo Giardino
Fu eretto tra il 1577 e il 1588 come residenza privata del principe Gonzaga. Gli interni sono davvero incantevoli e stupiscono per l’ottimo stato di conservazione delle decorazioni a fresco e dei marmi. Indimenticabile la Galleria degli Antichi con i suoi 97 metri di lunghezza. Qui originariamente il Gonzaga vi collocò busti e statue classiche. Bellissimo l’esterno in mattoni con il porticato.
San Benedetto Po
Una tappa da non perdere se decidete di visitare i dintorni di Mantova è San Benedetto Po, un’area verde vicino al grande fiume dove non mancano le possibilità di scegliere percorsi cicloturistici. Ma San Benedetto Po merita una visita anche se non si viaggia in bici!
Monastero di Polirone
La fondazione risale ai primi anni dell’anno 1000 e ricoprì un ruolo fondamentale nella storia del monachesimo fino alla sua soppressione per mano di Napoleone Bonaparte alla fine del Settecento.
Da non perdere nella visita sono i due chiostri: quello di San Simone e quello di San Benedetto. Nel refettorio rinascimentale si sono conservati gli affreschi a opera de giovane Antonio Allegri, detto il Correggio. A lui il compito di immaginare le architetture nelle quali era inserita l’Ultima Cena su tela dipinta da Gerolamo Bonsignori (e ora a Rovigo). In corrispondenza del refettorio, si sviluppano le cantine, ambienti molto suggestivi al cui interno è presente la collezione storico-archeologica del Museo e la collezione degli antichi carri agricoli reggiano–modenesi.
Nel percorso di visita è compreso anche il Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po, uno dei maggiori musei etnografici d’Italia.
La Chiesa Abbaziale fu riedificata tra il 1540 e il 1545 da Giulio Romano senza demolire le vecchie strutture romaniche e gotiche. L’architetto riuscì nel difficile intento di far convivere in armonia i diversi stili già presenti,
Le mostre di Giulio Romano a Mantova fino al 6 gennaio 2020
Fino al 6 gennaio 2020 Mantova dedica due grandi mostre a Giulio Romano, oltre a quella a San Benedetto Po. Sapete chi era questo grande artista che lasciò un’impronta così importante a Mantova?
Si chiamava Giulio Pippi De Iannuzzi ed era nato a Roma probabilmente nel 1492. Fu il più celebre e dotato allievo di Raffaello, e subito dopo la sua morte venne chiamato dai Gonzaga per diventare l’artista di Corte.
Palazzo Te e Palazzo Ducale hanno deciso di regalare ai visitatori la possibilità di scoprire altre opere e di vederle riunite nella “sua” città.
Biglietto cumulativo per le due Mostre “Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova” a Palazzo Ducale “Giulio Romano: Arte e Desiderio” a Palazzo Te: intero € 20
Oltre alle mostre fino al 6 gennaio 2020 è attivo anche un ricco calendario di eventi tra visite animate con figuranti, conferenze e concerti. Il calendario completo e tutte le informazioni sono sul sito dedicato a Giulio Romano 2019.
Mostra a Palazzo Te: “Giulio Romano Arte e Desiderio”
Nell’anno di Giulio Romano a Mantova, Palazzo te celebra l’artista con alcune sale a lui dedicate, le sale Napoleoniche.
Tra le opere esposte spicca l’opera “Due Amanti”, normalmente custodita all’Hermitage di San Pietroburgo. L’opera di dimensioni monumentali venne eseguita tra il 1523 e il 1524 a Roma su commissione di Federico Gonzaga, poco prima del trasferimento dell’artista a Mantova.
Chi sono i due amanti? Potrebbero essere Venere e Marte, o forse due amanti in un bordello. Poco importa, il dipinto è un esempio di grande valore del Manierismo e porta ancora con sé misteri.
Tra le altre opere in mostra, il rarissimo cartone per arazzo di Perino del Vaga dal Louvre, il preziosissimo arazzo del Metropolitan Museum, e la Danae di Correggio.
Mostra a Palazzo Ducale “Con nuova e stravagante maniera”
Architetto e pittore. Giulio Romano fu soprattutto un disegnatore. E in questa mostra a Palazzo Ducale, grazie alla collaborazione con il Louvre, ci sono esposti ben 72 disegni. Si tratta disegni essenziali per capire il suo percorso dagli inizi al fianco di Raffaello fino all’apoteosi mantovana.
La mostra dedicata a Giulio Romano a Palazzo Ducale si compone di tre sezioni principali:
“Il segno di Giulio” al pianterreno del Castello di San Giorgio. Opere rappresentative dell’artista come progettista, designer, pittore, architetto e urbanista.
“Al modo di Giulio” nell’area della Corte Nuova e dell’Appartamento di Troia. Qui dove si trovano affreschi di Giulio Romano sarà possibile effettuare una comparazione diretta con i disegni.
” Alla maniera di Giulio”, nell’Appartamento della Rustica. Questa sezione è dedicata a opere di allievi e discepoli.
Mostra a San Benedetto Po, Ex refettorio Monastico e Basilica – “Il Cinquecento a Polirone – Da Correggio a Giulio Romano”
Dai disegni di Giulio Romano ai dipinti di Correggio e Bonsignori, la mostra a San Benedetto Po si articola in tre sedi: il Refettorio Grande, la Basilica e la Sagrestia.
Dopo due secoli rientra il monumentale Cenacolo su tela di Girolamo Bonsignori, ricollocato nella nicchia all’interno del grande affresco architettonico in testata al Refettorio Grande per la prima volta dalla sua sparizione avvenuta nel contesto della dominazione napoleonica.
Orari della mostra
Mar-Ven 9 – 12 e 14.30 – 17.30
Sabato, domenica e festivi 9.30 – 12.30 e 14.30 – 17.30 (chiusura della biglietteria 30 minuti prima). Lunedi aperto solo su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone.
24 e 31 dicembre aperto solo la mattina, chiuso il 25 dicembre.
Tags: città d'arte