Viaggio a Fez Marocco, l’incredibile incontro con la medina
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Ci sono viaggi e viaggi. Io li amo sempre un po’ tutti, perché più della destinazione quello che amo è il viaggio. Cambiare scenario, prospettiva, abitudini (seppur io sia molto poco abitudinaria anche a casa) è quello che per me conta di più.
Ma, o forse proprio per questo, ci sono viaggi che più di altri ti sconquassano dentro, “viaggi più viaggi” mi verrebbe da dire. Succede soprattutto quando la destinazione è davvero “lontana” dal nostro quotidiano, e non per forza per il numero di ore che servono per raggiungerla. Lontana di cultura, lontana di odori, lontana di regole sociali e comportamentali.
Il mio viaggio a Fez Marocco è stato proprio questo: uno sconquassamento della mia linea di orizzonte. Sorprendente, curioso, talvolta fastidioso.
Ho avuto bisogno di tempo per mettere insieme tutto, e non si tratta di informazioni per spiegare come arrivare e cosa visitare, ma di una serie di sensazioni che hanno fatto a pugni tra di loro in cerca di una collocazione.
Abbiamo cominciato la nostra visita a Fez nella maniera più “violenta” e meno ordinata che potessimo scegliere: buttarci nella Medina senza una meta. È una tra le più grandi al mondo, la medina di Fez, una gigantesca area pedonale sotto la tutela dell’UNESCO. Buffo definirla “area pedonale”, una definizione che siamo abituati a usare per zone tranquille nelle quali passeggiare e guardare le vetrine.
La medina di Fez è un incredibile microcosmo, uno di quei luoghi che quando si è dentro sembra impossibile che fuori possa esistere qualcos’altro. Qui tutto è voci, è passaggi di muli frettolosi, è sgattaiolare da un angolo all’altro cercando dei riferimenti introvabili, è centinaia di “cose” impossibili da definire, tutte in vendita. Ciabatte per turisti tutte colorate, ma anche cataste di sneakers usate, frutta e verdura di ogni tipo, polli e tacchini vivi, uova, teste d’aglio divise in spicchi e tutto quello che possa venirvi in mente.
Viaggio a Fez Marocco, nella medina tutto è in vendita. Pensieri da uno scontro culturale.
Nel mio viaggio a Fez Marocco ho scoperto che nella medina tutto è in vendita, ma proprio tutto. Un sorriso, un aiuto, una foto, tutto ha un prezzo. Questo è stato il lato fastidioso della scoperta di questa bellissima città. Un lato che non avevo percepito, o comunque non così tanto, né in Marocco nel 2005 (che nonostante siano passati oltre 10 anni, era comunque una città più patinata), né a Tangeri nel 2007, forse perché città poco turistica. Il sorriso per una foto, l’indicazione per ritrovare una strada, l’ospitalità a entrare in un negozio: non c’è un listino fisso, ma ogni cosa ha una corrispondenza in denaro.
Un aspetto che fa parte di una mentalità, di una cultura così distante dalla mia da essermi spesso sentita a disagio. Turbata, offesa, in qualche caso “violentata” nel mio essere viaggiatrice curiosa.
Ecco, questo è il lato che più ho fatto fatica a esternare e di cui mi sono chiesta se fosse giusto parlare. Tutto ha una ragione, tutto ha una radice e un senso, laddove certamente non si sfocia nella violenza o nella lesione della libertà dell’altro.
Proprio per questo mi sono chiesta se fosse giusto raccontare un aspetto che mi ha turbata, perché ci sono commenti che più di altri possono essere fraintesi o, peggio ancora, manipolati. Ma ho pensato che il racconto del mio viaggio a Fez Marocco non potesse escludere questa parte emozionale così forte.
Viaggio a Fez Marocco, lo stravolgimento dei pensieri
Se vi consiglio di visitare Fez? Assolutamente sì. Fez custodisce nella sua medina qualcosa di unico, che parte proprio dalla sua conformazione urbanistica. Vi immaginate strade strette, voci e confusione, ma non immaginate che la medina di Fez possa stravolgere il vostro modo di camminare e di pensare. Qui non ci sono piazze, non ci sono spazi aperti né giardini, ma solo un groviglio inestricabole di vicoli che inghiottono al loro interno mederse e moschee, nascondendole alla vista e alle geolocalizzazioni.
Vi immaginate che sarà difficile orientarvi, ma non sapete che arriverete a sentire freddo da quanto questi viottoli sono alti e stretti, arroccati a difesa del mondo e del sole.
Vi immaginate colori e spezie e carretti, ma non vi immaginate la forza centripeta che sembra riuscire a inglobare tutto. Quando sarete dentro, non riuscirete a immaginare nulla al di fuori, e dovrete uscirne, e andare lontano, e andare in alto per capire che si tratta solo di una piccola, piccolissima parte del mondo. Che dalla collina, anche la medina si può contenere con uno sguardo, e che Fez, e il Marocco, vivono anche fuori. Ma la bellezza di quel microcosmo no, quella non ve la immaginate.
(Per informazioni sulla destinazione, potete consultare il sito dell’Ente del Turismo del Marocco)
10 Comments
Wow! Meraviglia!!!! Sconquassamento più che lecito in questi posti 😉
Mi sa che anche tu ne sai qualcosa Simona! 🙂
Favoloso! Fez deve essere uno spettacolo. Hai fatto bene a condividere anche gli aspetti che ti hanno turbato..del resto visitare luoghi così diversi non trasmette sempre e solo emozioni positive. Bellissime fotografie ☺
Grazie Roberta! Sì, per carattere tendo a esaltare tutto ciò che è bello, soprattutto quando scrivo temo che fare luce sugli aspetti negativi possa gettare ombra su un luogo, un popolo, eccetera… Ma poi penso che sia giusto nei confronti di chi legge essere il più oggettivi possibile, posto che queste sono proprio sensazioni personali! 🙂
Mi piace molto il tuo post, perchè credo che tu sia riuscita ad esplicitare benissimo a parole emozioni e pensieri. Sono stata 3 volte e Fes ma non mi sono mai avventurata da sola, ero sempre accompagnata da un locale e quindi non mi dovevo preoccupare della strada. La sensazione che ho avuto è comunque stata di “discesa agli inferi”….e di una discesa vera e propria si tratta per giungere al centro, alla parte storica, quella più antica, al fiume e alle concerie. Si ha quasi un senso di costrizione, come dici tu, proprio dovuto alle dimensioni delle stradine e al fatto che quasi tutto è semicoperto e che quindi il sole penetra quasi a fatica. Mentre a Marrakech non ho mai avuto questo senso di costrizione, anche se lì devi avere mille occhi per fare attenzione ai motorini che sfrecciano come pazzi.
Belle, bellissime le foto che accompagnano l’articolo. 🙂
Grazie Antonella!! È stato per me un post difficile da scrivere perché mi rendo conto che buona parte di questo malessere deriva da uno scontro culturale forte, e da viaggiatrice mi piacerebbe essere in grado di accogliere le differenze e di saperle gestire. E invece questa volta non ci sono riuscita.
Grazie per i complimenti 🙂
Fes, la più antica città imperiale del Marocco, la prima università al mondo, è affascinante desiderio. Visita della medina è totalmente esotica. Un salto nel passato, nel Medioevo, inquietante e affascinante.
Grazie per questo articolo
Grazie a te! 🙂
Capisco un po’ questa sensazione, mi è capitato diversi anni fa nella medina di Tunisi e la scorsa estate nella città vecchia di Dubai.
Comportamenti umani, ai quali per cultura non siamo abituati e quindi la difficoltà credo sia anche non sapere come reagire.
Esattamente! Sono codici culturali diversi e spesso si è impreparati e/o incapaci di gestire questi “scontri”!